lunedì 21 marzo 2016

Un'ottima amministratrice pubblica!


Di seguito il link che rimanda all'intervento dell'assessore ai trasporti di New York.
Sembra il condensato di tutto ciò che gli omologhi colleghi romani non hanno!
Ascoltare (anzi leggere i sottotitoli) per credere, soprattutto chi pensa che una nuova idea di mobilità sostenibile sia possibile solo ad Amsterdam.

Un futuro migliore per le nostre città è ancora possibile.

Prima 



Dopo





https://www.ted.com/talks/janette_sadik_khan_new_york_s_streets_not_so_mean_any_more?language=it




1 commento:

  1. I limiti della sussidiarietà.

    In questi giorni alcune associazioni di cittadini della nostra zona hanno avanzato proposte in relazione alla prossima conclusione dei lavori della Metro C e alla nuova destinazione d’uso dell’ex motorizzazione di Via Nola, ora di proprietà, sembra, della Lega delle Coop (si parla di un centro commerciale).
    Il”progetto” delle associazioni “riunite”, già improvvidamente diffuso dalla stampa minore cittadina,
    prevede:
    • la chiusura al traffico veicolare del tratto terminale di Viale Castrense che collega Via Nola con Piazzale Appio, costituendo così un’area verde ulteriore, in comunicazione con il parco superiore di quota di Via Carlo Felice, lungo le mura antiche;
    • La creazione di un piccolo parco al posto dell’area di cantiere ancora attivo, che ora insiste su Largo Brindisi, davanti alla Scuola Carducci;
    • Il mantenimento dell’attuale chiusura totale di Via La Spezia e, parzialmente, di Via Taranto all’altezza del Palazzo delle Poste.
    Il “progetto” presenta delle criticità non risolte.
    Il flusso di traffico della tangenziale potrebbe creare un collo di bottiglia, se incanalato su Via Nola e Via Taranto, percorso che presenta tre semafori in meno di 400 metri, senza contare quelli su Via Taranto, nelle due direzioni.
    Le associazioni proponenti, in assenza di notizie certe e ragionate da parte delle Istituzioni, si sono sostituite sussidiariamente ad esse, segnalando una opportunità per il quartiere per conseguire migliorie estetiche e funzionali.
    È l’art. 118 della nostra Costituzione che lo prevede.
    Le “proposte” e, soprattutto, i “progetti”, però, non debbono essere scambiati con “desideri illustrati” da pochi tratti di penna su di un foglio e da mille parole suggestive, riferite a scenari urbani che non si possono ottenere senza enormi danni collaterali.
    La sussidiarietà richiede una “prestazione professionale” almeno analoga a quella che si vorrebbe prodotta da Istituzioni sane ed efficienti.
    Supplire al silenzio istituzionale con progetti approssimativi, potrebbe addirittura minare la credibilità della sussidiarietà, in quanto mezzo integrativo efficiente ed efficace dei compiti istituzionali.
    Prima di dare alle stampe un “progetto” approssimativo, non eseguibile, occorrerebbe un approfondimento tecnico che lo rendesse inattaccabile.
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